La storia di Checco e Virgilio tra sale e “cicche”
Con un uovo tre sigarette, capitava in tabaccheria qualche scambio in natura, nel dopoguerra, quando papà Francesco “Checo” tirava su il sale con la “sessola” dai grandi sacchi: l’ospedale ne comprava 50 chili a settimana. Allora c’erano anche generi alimentari essenziali nella bottega, piccola tale e quale ad oggi: pasta sfusa, barili di salacche, vasi di triplo concentrato di pomodoro Mutti e poc’altro. Virgilio Marchioro comincia ad aiutare il padre a circa 9 anni, poi una vita in negozio. Ricorda addirittura “il primo carrarmato che sferragliava sul selciato di piazza Marconi, guidado da un soldato di colore… entra al Nazionale e lascia sul tavolino le Lucky Strike e per me cioccolato”. Diciotto ore al giorno per Virgilio, che stampa anche cartoline, prima affiancato dalla moglie Wanda, sempre sorridente, poi dalla figlia Erika Elisabetta con sua cugina Cristina Toffanin. Negli anni 90 grande boom del gioco del Lotto:”quando si dovette scrivere le schedine, solo noi tabaccai accettammo l’onere diuturno della compilazione a mano, ma che soddisfazioni le vincite, fino a 350 milioni! Oggi va forte il gratta e vinci”, ma i fedeli al Lotto sono sempre tanti e Virgilio ringrazia, un pò fiero anche delle vecchie cartoline anni ‘60 ancora in vendita, con facce furbette di bimbi biondi.