Da “Checco Beppe” al primo juke box

Il primo juke box della valle dell’Astico suonava lì, vicino a dove sostò l’imperatore “Cecco Beppe” e al ponte del confine, sotto al quale galleggiarono barchette in festa, presso la locanda Valdastico. La casa sul fiume fu finita nel 1903 da Bortolo Carotta, tornato dall’estero dove come capocantiere aveva guadagnato abbastanza per rimettere radici nell’amato borgo natio perché: “Pedemonte è Pedemonte” sospirava… La frase viene tramandata dalla nipote Maria Pia Longhi. Bortolo, ritratto sulla vetrata dell’odierna Trattoria a Scalzeri, durante la Grande Guerra portò via di lì la famiglia, affittando ai Finanzieri Austriaci tutto l’edificio, che ancora ha la forma originale. Ampliata con le terrazze e ristrutturata, nella trattoria la sala è stata da poco rinnovata valorizzando gli originari muri in pietra.

Finita la guerra tornano i Carotta, mamma Maria Asteghe bada ai 7 figli, (il suo cognome… da Astico… oggi è estinto), la più piccola Paola, del 1916, diverrà l’anima della locanda. “Si alzava all’alba per far legna, cucinava”, la figlia Maria Pia oggi ricorda: “i clienti mangiavano quel che decideva lei in base alla dispensa… “oggi gnocchi per tutti” e tutti erano contenti, si stava bene insieme… come a casa, a volte i clienti restavano fino a cena… in allegria. I caffè si facevano coi fondi nell’acqua, ma poi arrivò la moka!

Noi ragazzi giocavamo in contrada, non c’era molto lavoro… sentivamo dire: “quando che tornarà quei de Casotto ve daremo un franco!”… dall’emigrazione, ovviamente.

Maria Pia e Silvia, belle sorelle diciottenni lavorarono nel Bar dagli anni ’70: col sottofondo dei dischi cambiati con le monete, la politica entra animatamente in discussioni che però finiscono sempre in battute di spirito.
Da metà anni ’80 si affitta a varie gestioni. Tutto torna in famiglia nel 2005, e dopo i restauri subentra Stefano, figlio di Maria Pia, appassionato di cucina, perito informatico, di mentalità giovane, ma fiero dell’identità locale, come le specialità a base di trota! Merita uno sguardo la preziosa raccolta di foto di famiglia, storie e luoghi intorno alla locanda, opera del papà Mariano Giacon, 40 anni in Aeronautica, ma sempre vicino alle sorti della storica attività, fiero di contribuire a farla rivivere con successo.