Da Lirusso con amore

“Da ragazzini si passava in bici a prendere le liste a domicilio e si tornava con la spesa, se pioveva al massimo mettevamo un sacco di iuta sulla testa… Gli stipendi li portavamo a casa e si posavano sul tavolo dei nostri genitori finché non ci siamo sposati”.

Renzo e Diego Lirusso, salumieri nella stessa bottega dal 1983 al 2010, ricordano i primi anni di lavoro, prima di diventare titolari a Poleo del negozio di alimentari di fiducia della gente del quartiere, e noto ai buongustai. Dal 1969 avevano sognato di aprire quel’attività insieme. Per lungo tempo dipendenti in altre salumerie, entrambi hanno iniziato a lavorare da giovanissimi, prima come garzoni e poi con mansioni sempre più di responsabilità “i passaggi ti formano” dicono oggi, aprendo con cura ed orgoglio i vecchi libretti di lavoro. “Si trattava solo merce sfusa, tutto da incartare, con le bilance non elettroniche… e dovevi saper la matematica!” Per 27 anni Renzo e Diego hanno condiviso soddisfazioni e sacrifici, superando punti di vista diversi, lasciando i problemi di lavoro fuori di casa e il grembiule in negozio.

“Abbiamo visto il settore alimentare cambiare con l’avvento di supermercati e centri commerciali” dicono “anche se alla fine i nostri clienti ci hanno sempre gratificato. E in tempo di crisi abbiamo resistito premiati dai nostri prodotti di nicchia”.
“Negli anni 80 ci fu il boom: avere un magazzino di scorte era un investimento, cosa oggi abolita. Il rapporto era diretto coi produttori” dicono all’unisono.
Competenti, appassionati del settore, hanno sempre proposto i migliori prodotti nazionali, in particolare locali. “Ci piaceva spiegare ai clienti il valore dei cibi, la provenienza, come utilizzarli”. Fanno cultura alimentare, ma che siano una razza in estinzione? I fratelli Lirusso lo temono, ma l’esempio è vivo e fa storia. Una curiosità: l’idea di dare il nome “Marco Polo” a questo giornale nacque, presente Renzo, di ritorno da un viaggio a Landshut.